Viva la vida!
I teschi messicani o Calaveras rappresentano un simbolo della celebrazione del Giorno dei Morti, in accezione positiva e gioiosa significativa del passaggio ad un'altra esistenza.
La mia nipotina mi ha mostrato il diario scolastico nuovo appena acquistato: color viola coi teschi ed i fiori.
La mia piccola Frida.
Come lei ha subito una lunga degenza, ha conosciuto la malattia, l'ospedale, il bisturi, la convalescenza.
Ancora mi si gela il sangue nelle vene quando ripenso al suo sogno premonitore ove aveva sognato di cadere da una carrozzina e le sue amiche la aiutavano a rialzarsi. Sensitiva come la nonna...
Ciò che adesso desiderava non erano più i suoi amati unicorni ed arcobaleni ma uscire da lì, dal letto e stanza di ospedale.
Aveva battezzato l'asta portaflebo col nome di Carletto. E se lo portava a spasso come fosse un amico. Carletto talvolta rompeva le scatole e urtava i nervi coi suoi frequenti Bip Bip, che nemmeno Willi il Coyote l'avrebbe bloccato e zittito.
Le terapie le provocavano una fame atavica e continuamente voleva mangiare mai sazia, ad ogni chilo accumulato corrispondeva un nuovo pigiamino.
La ricordo seduta sulla barella per essere trasportata in sala operatoria che gridava all'infermiera che cercava di consolarla chiamandola principessa: "Non sono una principessa!". In effetti così esagitata più che Belle pareva la Bestia.
E ne aveva ben donde, terrorizzata da linee guida e protocolli psicopedagogici di non si sa quale imbecille che occupa una poltrona istituzionale che aveva deciso che ai bimbi bisogna sempre dire la verità su stato di salute ed interventi chirurgici; dettagliando l'operazione come nel peggiore film horror, perchè così i piccoli pazienti collaborano.
Ma che cavolo deve collaborare una bambina convinta di andare dal macellaio e di uscirne con un pezzo del suo corpo tagliato?!
Nel contempo anche la nonna imbestialita ringhiava, soffiando come un gatto iracondo, ma cercando di mantenere una parvenza umana politicamente corretta.
Superato comunque il trauma, meno male che aveva i suoi fogli e i suoi colori, come Frida con tele e pennelli, così ravvivava stanza ed ospedale con le sue creazioni artistiche, per fortuna non splatter come il cervello di qualche adulto politicante.
Indi per cui, orgogliosa della sua cicatrice di battaglia, non vedeva l'ora di mostrarla ai compagni di scuola e narrarne la storia.
Dopo le dimissioni dall'ospedale ha deciso improvvisamente di voler dormire da sola nella sua cameretta, abbandonando il lettone anche se qualche notte si sveglia e ci si infila.
Probabilmente ora si sente grande. Una bambina cresciuta.
E quindi distaccatasi dagli unicorni vuole essere una bambina rock.
Ecco perchè ha scelto l'astuccio coi teschi.
E lo zaino nuovo? La mamma le ha lavato quello vecchio poichè ancora funzionale per cui se ne riparla il prossimo anno scolastico, mi riferisce dopo una pausa di silenzio che di solito significa che non condivide una scelta.
Solidale pure io faccio una pausa di silenzio, propriamente politicamente corretta.
Ma forse scrivendo una letterina a Babbo Natale richiedendo lo zaino nuovo, sicuramente nessuno avrà nulla da ridire poi se sorprendentemente sotto l'albero si ritroverà un nuovo zaino.
Tutti sanno che Babbo Natale è sempre politicamente corretto.
Viva la vida!
Commenti
Posta un commento