Mamma ti ho voluto bene

Novembre 2007

Cara mamma, preferisco pensarti viva.

Sono trascorsi molti anni dalla tua morte prematura, io ero ancora una ragazza già coi miei pensieri e problemi di madre e moglie.

Non è stato facile nè per me nè per te, la vita non è mai facile per nessuno e non fa sconto alcuno.

Penso che l'equilibrio psicofisico sia essenziale per la salute, quando si soffre si somatizza, e tu hai patito e penato, per anni di povertà prima e per scarso amore maschile poi.

E forse carente anche l'affetto filiale.

Rinchiuse come eravamo noi nel nostro egoismo giovanile.

Raccolta com'eri tu nel tuo silenzio e dolore.

Non sei mai stata particolarmente espansiva, non ricordo tu mi abbia spazzolato i capelli.

Pure io sono cresciuta da bambina timida e introversa, solitaria, e come te sono poco espansiva con la tua nipotina.

Anche se grazie al cielo lei mi impone di farle le trecce tutte le sere.

Probabilmente dovrei abbracciarla di più, anzi avrei dovuto abbracciarti di più.

Ma oramai non importa, coi forse e coi se non si costruisce il futuro e ci si ferma al presente.

Del passato conserviamo i bei ricordi, qualcuno tenero altri angoscianti, istantanee di un tempo che non torna ma che comunque è stato.

Il mondo in questi tanti anni è cambiato assai, siamo tutti più poveri, più tristi, più soli.

Mi spiace che tu non abbia potuto vedere la tua nipotina, l'hai sempre desiderata una femmina: è bella, sana e allegra.

Per quanto allegra ancora non so, il passaggio dallo stato adolescenziale pieno di sogni e speranze a quello adulto è un attimo, un battito ove spicchi il volo o ti ritrovi con le ali tarpate.

Il tuo nipotino si è sposato e spero prima o poi di diventare nonna, almeno da godermi per qualche anno un piccolo cucciolo.

Al momento come compagno mi gira per casa un delizioso felino viziato, selvaggio come il mio carattere.

Ti ricordi quando me lo dicevi: "Sei proprio selvatica!".

Talvolta sono venuta al cimitero a trovarti, a parlarti negli istanti più bui.

E ti ho sognata serena, le tue parole rivoltemi in sogno: non è tempo ancora.

Per intanto spero, che quando la mia ora sarà, di avere come te l'armonioso sorriso, il tuo volto tornato bambino.

E magari qualcuno che un giorno scriverà: ti ho voluto bene, mamma.

Anche se non te l'ho mai detto.

Commenti