Baci di Giuda in Patria

 

Ottobre 2013

Lei è una ragazza italiana dal dolce nome, ma la fortuna non l'ha mai baciata.

Studia e lavora dall'età di quindici anni: fabbrica, discount, gelateria, confezionamento pacchi.

Sulla sua giovane pelle, quasi tatuate tutte le tipologie dei contratti di lavoro: dal tirocinio, al lavoro stagionale, alla collaborazione a progetto.

Oltre agli straordinari non pagati, alle otto ore in piedi alla cassa o al banco, a tutti i sabati e le domeniche lavorati, alla precarietà, alla disoccupazione.

Lei già fuscello, in tre mesi di duro lavoro ha perduto dieci chili.

Al compimento del diciottesimo compleanno, ha firmato un contratto di energia elettrica, gas, acqua, rifiuti, per l'abitazione paterna. 

Ora a ventun anni, non soltanto si ritrova il debito pubblico sulle fragili spalle, deprivata del futuro da una generazione di politici e governanti inetti e corrotti, e non potendo vivere così la sua giovane età.

Ma anche con un debito paterno accollatosi di tremila euro, da saldare immediatamente, pena l'iscrizione al registro dei cattivi pagatori.

Il che significa che se non riuscirà ad estinguerlo, non potrà richiedere alcun finanziamento o prestito per gli studi, oppure rateizzare l'acquisto di un'utilitaria.

D'altronde non è nemmeno un'assistita sociale, pertanto nessun ente pubblico le pagherà le bollette insolute.

Faticosamente era riuscita ad accantonare cinquecento euro, il suo tesoretto per l'iscrizione finalmente all'università.

Purtroppo per lei, cittadina italiana, nella nostra nazione essere volenterosi ed onesti, è una sfortuna e una condanna.

Lei è figlia di quell'Italia terremotata, dimenticata, invisibile.

Vuole studiare cooperazione internazionale, poi fuggire via da codesto Paese ingrato.

Nella sua giovane vita, troppi baci di Giuda in Patria.

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