Lacrime di coccodrillo
Agosto 2011
Io e mio padre abbiamo sempre avuto in comune il senso dell'ironia.
Mi ricordo che per le elezioni dell'anno 2008, mio padre ottantenne mi telefonò strappandomi un sorriso, invitandomi a votare il meno peggio, ovvero per lui il Partito Democratico.
Raccontandomi dunque quel che disse alla ex moglie, sposata dopo la vedovanza.
"Mi hai già tradito una volta, non tradirmi ancora col voto!"
Diretta e concisa missiva elettorale per non consumare tutta la ricarica.
Anche nel Natale 2009 mi stupì, col suo primo abbraccio paterno, che io rammenti probabilmente l'unico in cinquant'anni.
Nel 2011 purtroppo morì.
Ecco pertanto l'epigrafe che avrei voluto scrivere, tanto per ridercela sotto i baffi io e lui, come di consueto.
Ciao papà.
Chi l'avrebbe mai detto che proprio la tua figlia invisibile doveva trovarti così...
D'altronde d'agosto si sa tutti al mare, io oltre al cane e al gatto potevo accudire il padre.
Sicuramente non eri una bella visione, e commossa ho pianto.
Ma me lo sentivo che ti avrei trovato in quel modo, e spesso mi domandavo cosa avrei provato.
Non ti ho mai perdonato certe tue pecche del carattere, che poi ora sono anche le mie, e altrettanto i tradimenti.
Non ti ho assolto reo di non avermi mai aiutato, di non aver regalato neppure dieci euro natalizi ai tuoi nipoti, del tuo ancestrale egoismo maschile, attento al richiamo delle pulsioni sessuali ma sordo a quello del sangue.
Non ti ho condonato la leggerezza e superficialità nello sperperare i ricordi di mia madre, nel disperderli in burrasche ormonali, il tuo ipocrita essere compagno ma con la moglie padrone.
La mia sola eredità la collana di perle, che io stessa le avevo donato, e che quindi recuperai.
Avevi tanti amici certo, e contavano più dei parenti.
Magari un pò paraculi come te, forse per questo di cotanto gradimento.
Chissà se quella squadra di calcio africana tuttora si ricorda delle magliette da te acquistate.
Almeno se l'è goduta - ha sentenziato tuo nipote.
Comunque ti ho voluto bene, e mi dispiace che tu sia morto, anche se a differenza di mamma, forse non te ne sei nemmeno accorto.
Ieri si è svolto il funerale, fa un brutto effetto vedere la blindatura con la fiamma ossidrica, e mi si è sciolto il cuore.
Cosicchè con l'umorismo che ci accomunava vorrei scriverti l'epitaffio.
"Qui giace colui che morì quale visse, ossia senza mutande."
Ma l'ironia della sorte, poichè la vita ha sempre il suo lato tragicomico, la satira medesima ereditata da te, è che anch'io io papà ero rimasta senza mutande.
Perciò ho tardato un poco ad arrivare, all'appuntamento fatale.
E so che da lassù leggendo il mio coccodrillo rideresti fino alle lacrime.
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