Vigile attesa

 

Novembre 2020

Mia figlia, dopo un corso e uno stage in una residenza per anziani, finalmente ha un contratto a tempo determinato.

E subito dopo scoppia la pandemia.

Mia figlia ama il suo lavoro, si affeziona ai suoi nonni, come li chiama lei, nonostante la paura del virus non manca un giorno dal lavoro.

Poi arriva il sospirato contratto a tempo indeterminato.

Mia figlia non lesina sul collaborare per garantire la tutela nella struttura, si presta al ricevimento dei parenti, disinfetta col gel le mani agli anziani cambiandosi ogni volta i guanti.

E subito dopo giunge la seconda ondata di pandemia.

Comincia ad essere preoccupata, sei nonni febbricitanti e in isolamento.

Finalmente arrivano i tamponi e si riscontra la positività al virus.

Anche mia figlia risulta positiva sintomatica.

Trascorre l'isolamento in casa, senza cure né terapie, e contiamo i giorni di angoscia e terrore, con la speranza che vada tutto bene.

Perchè nessun medico si reca a visitarla, nè il medico di base nè le fantomatiche Usca, che in due settimane di quarantena l'hanno contattata telefonicamente due volte.

D'altronde il protocollo Covid non prevede farmaci tranne Tachipirina e vigile attesa.

Vigile attesa di che poi non ci è dato sapere, mentre si sta male da morire, anzi facciamo gli scongiuri.

Mia figlia ha ventinove anni e una bambina di due anni.

E nonostante il virus, piange quando conta i suoi nonni defunti.

Poichè i vecchi sono vuoti a perdere, muoiono nelle strutture, non negli ospedali.

In Italia la prevenzione Covid non esiste nemmeno per i bambini.

La mia nipotina risulta raffreddata e febbricitante.

La sostituta del pediatra non l'accetta in ambulatorio e non la visita a casa, dichiarando che c'è un protocollo in merito.

Si comincia col calvario di telefonate ai call center.

Contatto l'ufficio informazioni dell'Asl locale che riferisce che è a discrezione del medico rifiutarsi o visitare il bambino.

Al numero regionale informazioni si asserisce che in effetti c'è un protocollo e conferma la discrezionalità del medico.

Il numero del Ministero della salute dedicato al Covid riconferma i medesimi concetti, suggerendo di rivolgersi alla guardia medica pediatrica in caso di aggravamento.

Nella mia città non esiste la guardia medica pediatrica, quindi resta solo la guardia medica dalle venti di sera, che non viene a domicilio e visita in struttura ospedaliera.

Ma col rischio di contagio conviene evitare se possibile.

Oppure infine rimane di trovare un pediatra a pagamento, ammesso e non concesso che sia disponibile alla visita domiciliare.

Questa è la sanità locale, regionale, statale, alla faccia della prevenzione Covid.

Da cittadina italiana mi domando che senso abbia ancora pagare le tasse.

Ma siccome si avvicina il Natale, meglio premunirsi e pregare il cielo di liberarci al più presto da dotti, medici e sapienti, oltre a ministri della salute e presidenti del consiglio.

Da tradizione nella nostra famiglia si commemorano nei medesimi anniversari eventi sia lieti che funesti.

Pertanto se saremo esauditi vorrà dire che festeggeremo il Natale con la coccarda tricolore del cordoglio nazionale.

Restando in vigile attesa.

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