Post

Principessa in soffitta

Immagine
Gennaio 2008 Ci ho messo un anno intero a finire di pagare bollette, bolli, tasse, conti della spesa, affitti, rate condominiali, libri di scuola, testi di economia aggiornati ancora alla lira. Mentre ho già ipotecato i prossimi dieci anni lavorativi ad un tasso usuraio. Se è pur vero che coi soldi non si compra tutto, comunque ci si cura la salute, si va ad una mostra, un concerto o a teatro, si legge un quotidiano, si paga la connessione a Internet, o si raggiunge l’amore lontano pagando un biglietto del treno. Nel ruolo di genitore ci si può permettere di far studiare i figli, di non farli lavorare sfruttati e sottopagati, si può comprare quel jeans che a loro piace tanto, oppure acquistare qualcosa per sè per sentirsi piacenti e giovanili. Ma soprattutto si possono avere occhi sereni con cui guardare l’alba. Perlomeno anche per questo mese si dorme sotto un tetto, c'è caffè in abbondanza e sessanta zuccherini, che divisi per trenta fanno ben due zuccherini quotidiani. Cosa bara...

Lucido ardore

Immagine
Dicembre 2010 Il problema reale della crisi economica è che se un tempo c'erano le classi sociali, la gente vi si riconosceva, e sapeva da che parte collocarsi. Mio figlio trentenne, disoccupato, discutendo di politica mi ha detto che secondo lui solo dieci anni di crollo stile Argentina può risollevare l'Italia, aggiungendo che del governo salvava i ministri di destra, quelli contro i dipendenti pubblici. Il figliolo ha poi ammesso di essere influenzato dalle televisioni. Ho ribadito a mio figlio che a cinquanta anni non mi sento, non sono affatto privilegiata. Meglio preghi che la mamma resti ancora in salute e non venga licenziata. Che si preoccupi invece di uno Stato assente e dei soldi che si prende in tasse ai lavoratori dipendenti, non di coloro che guadagnano onestamente. Permettendo alle nuove generazioni di ascoltare seduti sul divano minchiate in televisione. E ricordarsi sempre che non vi è dedizione più grande della riconoscenza.  Ma se stanotte non mi svegliassi p...

La memoria del pesce rosso

Immagine
Aprile 2008 Quando ero piccola avevo due pesci rossi. Mi divertivo ad osservarli col naso a patata schiacciato sul tondo della boccia sino a ridurlo a gnocchetto. Un giorno scoprii che uno dei due pesciolini era divenuto bianco e cominciai a gridare. Nonna nonna il pesce ha cambiato colore! La nonna accorse e mi spiegò che si era ammalato di uno strano fungo, probabilmente causato dallo scarso ricambio d'acqua e che sarebbe stato difficile salvarlo. - Allora nonna il pesciolino morirà? - domandai con un filo di voce già rotto dal pianto. Non lo so piccina, proviamo a cambiare spesso l'acqua ed a purificarla con un disinfettante, magari il pesce si riprenderà, quello che però dobbiamo evitare ora è che anche l'altro pesciolino si contagi e diventi bianco. Dopo qualche giorno di questa cura, un triste mattino ritrovai il pesce bianco a pancia all'aria, galleggiante a filo d'acqua. Quello rosso invece guizzava arzillo incurante del fratello morto. La nonna mi conso...

La Bardot padana

Immagine
Marzo 2008 Nella mia città era famosa la Gina, assai nota per le doti goderecce legate ai piaceri della vita. Lei, da giovane definita la Bardot padana per la bellezza bionda sfavillante, riceveva i clienti più facoltosi di tutta la regione. E si mormorava che coi loro soldi avesse cresciuto e mantenuto la figliola in un collegio svizzero. Poi il declino, povera Gina dalla Spider rossa, perdendo tutto il suo denaro per il fottuto amore verso un protettore, finendo così in miseria. Ormai anziana abitava sopra casa mia e si dava il rossetto col pennarello. Una notte a Capodanno, mi suonò al campanello terrorizzata dai fuochi d'artificio, scambiandoli per bombe. Per tranquillizzarla, le offrii un bicchiere di champagne. Ricordo che mi diceva: "Ma che bei capelli lunghi, ha la parrucca?". E mi domandava sempre notizie di mio marito, che però era il mio figliolo seppure brizzolato. Mi confidava inoltre che non si sarebbe mai sposata, perchè voleva restare indipendente. Un gi...

Baci di Giuda in Patria

Immagine
  Ottobre 2013 Lei è una ragazza italiana dal dolce nome, ma la fortuna non l'ha mai baciata. Studia e lavora dall'età di quindici anni: fabbrica, discount, gelateria, confezionamento pacchi. Sulla sua giovane pelle, quasi tatuate tutte le tipologie dei contratti di lavoro: dal tirocinio, al lavoro stagionale, alla collaborazione a progetto. Oltre agli straordinari non pagati, alle otto ore in piedi alla cassa o al banco, a tutti i sabati e le domeniche lavorati, alla precarietà, alla disoccupazione. Lei già fuscello, in tre mesi di duro lavoro ha perduto dieci chili. Al compimento del diciottesimo compleanno, ha firmato un contratto di energia elettrica, gas, acqua, rifiuti, per l'abitazione paterna.  Ora a ventun anni, non soltanto si ritrova il debito pubblico sulle fragili spalle, deprivata del futuro da una generazione di politici e governanti inetti e corrotti, e non potendo vivere così la sua giovane età. Ma anche con un debito paterno accollatosi di tremila euro, da...

Catene GDO

Immagine
Settembre 2011 Catene GDO Oggi guardavo mia figlia, mentre attendevamo che le aprissero un conto corrente in banca, per accreditarvi il primo stipendio di novecento euro. Per quarantacinque ore retribuite settimanali, inclusi sabati e festivi, di cui ne pagano solamente quaranta. Nove ore in piedi, un contratto da tirocinante per sei mesi, senza ferie, malattia, infortunio. Lei lavora in un discount, alla cassa senza mai sedersi a fiaccarsi gambe e schiena. Oppure a riempire gli scaffali perdendo forza e peso, dovendo pulire anche il supermercato. Se sbaglia un resto deve pure risarcire di tasca sua, peraltro sottoposta a rischio alla mercè di ubriaconi che bazzicano il negozio. Diafana, trasparente, invisibile come sono per la società i giovani d'oggi. Aveva lo sguardo perso, spento come di chi già rassegnato, con le mani arrossate e screpolate di una casalinga sessantenne. Lei che non usciva mai senza truccarsi, coi capelli acconciati, le unghie laccate. Oggi non dimostrava i suo...

Frenesia d'amore

Immagine
Luglio 2008 Goccia d'acacia A volte la guardo dormire. Ed è così bella. Quale neonata, concepita in una notte folle di Capodanno, irrequieta e ribelle ad ogni ecografia. Forse mi specchio riflessa nella sua freschezza e giovinezza, velluto di rosa cullato, sferzato dal vento. Il suo nome dal sapor di cioccolata, dolce come il miele dei suoi capelli, occhi color nocciola. Quando nacque il mio pensiero prima ancora di vederla furono le orecchie. E in effetti l'ape Maia cucciola venne alla luce con le antenne incollate al capino. E quanto ronzava nelle notti insonni nottambula degna di madre, battezzata dal tocco paterno di carota sfuggito in un ragù notturno. La piccola goccia d'acacia crebbe con le fiabe del fratello adorato e adorante, che aveva creato per lei sola un mondo magico di peluche animati. Stanotte osservavo fuori dalla vetrina come alla nursery, la mia principessa che serviva gelati, detergeva banconi e svuotava cestini, stanca mai di sorrisi. E ho pregato quel ...